Yalla Shabab

 

Yalla Shabab

Yalla Shabab: espressione traducibile con “andiamo, ragazzi”.
Wesqk Coast ci porta alla scoperta dell’acusfera araba, dimensione unificata dei fenomeni sonori nel mondo arabo. World music e accelerazioni contemporanee, suoni di rivolta e musiche post-globali, trasmissioni radio e network televisivi satellitari come al-Jazeera, comunicazioni del terrore e messaggi di integralismo. Decostruzione dell’immaginario orientalista per la ricomprensione delle sue unità in una logica di schismogenesi con i poli occidentali.

w/ Wesqk Coast

 

Podcast

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25/06/2020

#9 - Crate Diggin'

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In questa puntata approfondiamo i cataloghi di alcune etichette discografiche.
Al Maslakh (المسلخ), fondata da Mazen Kerbaj in Libano, Annihaya Records (انهاية), Bedouin Records, con sede a Dubai (بدوي), Nashazphone, etichetta egiziana-algerina di Hicham Chadly con sede al Cairo, Sublime Frequencies, label americana di Alan Bishop e Hisham Mayet che tra le tante cose ha pubblicato interessanti documenti sonori sul mondo arabo, Ark to Ashes, fondata nel 2013 da Shadi Megallaa con sede a Brooklyn e Abu Dhabi. E poi ancora Annihaya, 100Copies, Modular Mind, Infinite Tapes, Shahr Farang, Sampatic, VV-VA.

Tracklist:

  1. Andrea Neumann, Sharif Sehnaoui, Michael Thieke, Michael Vorfeld – Schwankung I
  2. Jigga – Huemu
  3. Porest – Your Vertebrae
  4. Sublime Frequencies – Tangental Psychedelico
  5. Dub Surgeon – Untitled Dub 6
  6. Ekman – كيمياء
  7. 3Phaz – Siren
  8. Praed – Cut Me in Half
  9. Kujo – شعب عظيم
  10. DVSN – RUN RUN DISAPPEAR
  11. Maenad Veyl – Change Your Mind
  12. Costest – La Seule Solution
  13. Lenta – Your Existence
  14. Kamyar Khanzaei – Shout It Out
  15. Jad Atoui – Black Lanterns
25/06/2020

Episodio IX: Crate diggin’

In questa puntata approfondiamo i cataloghi di alcune etichette discografiche. Al Maslakh (المسلخ), fondata da Mazen Kerbaj in Libano, Annihaya Records (انهاية), Bedouin Records, con sede a Dubai (بدوي), Nashazphone, etichetta egiziana-algerina di Hicham Chadly con sede al Cairo, Sublime Frequencies, label americana di Alan Bishop e Hisham Mayet che tra le tante cose ha pubblicato interessanti documenti sonori sul mondo arabo, Ark to Ashes, fondata nel 2013 da Shadi Megallaa con sede a Brooklyn e Abu Dhabi. E poi ancora Annihaya, 100Copies, Modular Mind, Infinite Tapes, Shahr Farang, Sampatic, VV-VA.

Tracklist:

  1. Andrea Neumann, Sharif Sehnaoui, Michael Thieke, Michael Vorfeld – Schwankung I
  2. Jigga – Huemu
  3. Porest – Your Vertebrae
  4. Sublime Frequencies – Tangental Psychedelico
  5. Dub Surgeon – Untitled Dub 6
  6. Ekman – كيمياء
  7. 3Phaz – Siren
  8. Praed – Cut Me in Half
  9. Kujo – شعب عظيم
  10. DVSN – RUN RUN DISAPPEAR
  11. Maenad Veyl – Change Your Mind
  12. Costest – La Seule Solution
  13. Lenta – Your Existence
  14. Kamyar Khanzaei – Shout It Out
  15. Jad Atoui – Black Lanterns
28/05/2020

Episodio VIII: الخليج العرب (Golfo arabo)

In questa puntata diamo uno sguardo alla produzione musicale del Golfo arabo, prendendo in considerazione tutti i paesi che compongono la Penisola araba (Arabia Saudita, Oman, Yemen, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Kuwait, Qatar), e l’Iraq, il quale presenta uno sbocco sul Golfo.

Tracklist:

  1. Michel Banabila & Machinefabriek – Dartel
  2. Juxtaposition – I am Really F*cking D*sturbed
  3. Hasan Hujairi – Cycle0_Challenge 1
  4. Kukri – Ras Kenzi
  5. Sonic Spar – Astra
  6. Dymaxion – Makings
  7. Aïda Nadeem – Ahlam
  8. Olivier Chantome & Farouk Adil – From The Dust
  9. FRKTL – Atom
  10. Van Boom – Nemezida
  11. Juxtaposition – Oronaruns
  12. Fatima Al Qadiri – Suleiman’s Theme
  13. Abat Khabas – The Memory
  14. Michael Zerang – Christine Abdelnour alto sax
  15. Audiovek – Neptune
  16. Windose 99 – LET IT GO
30/04/2020

Episodio VII: لبنان وسورية (Libano e Siria)

In questa puntata consideriamo la scena sperimentale libanese e siriana. Anni di guerra hanno fatto sì che si sviluppasse un movimento di sound artist che rielaboravano i traumi bellici nelle proprie opere: musica ambient, collage sonori, field recordings, installazioni e performance ibride. Questa tendenza emerge nella ricerca dell’etnomusicologo svizzero Thomas Burkhalter che nel suo saggio “Musicians from Beirut and Beyond” sottolinea come le memorie sonore dei musicisti siano piene di musica propagandistica, discorsi delle milizie, promo radiofonici, jingle, suoni di armi e bombardamenti: inoltre, i musicisti erano in grado di riconoscere ogni tipo di arma, interpretare il tragitto dei missili e capire se un’arma fosse pericolosa per loro o no semplicemente ascoltandone i suoni. Suono e udito in tempi di guerra diventano risorse fondamentali.

Tracklist:

  1. Anton Stator – On Music And
  2. Rashad Becker – Dances VI
  3. Osman Arabi – Energizing the Triangle of Set
  4. Suha Nabhan – Go to Sleep
  5. Farah Blue Brow – اتوحشت (Twahasht)
  6. Khan El Rouh – حالة عمار
  7. Rhéa Dally – I Say the Sea
  8. Jad Atoui – With the Notes in my Ears
  9. Mazen Kerbaj – ZRRRT
  10. Joanna Andraos – Abyss (Aequo Remix)
  11. Hello Psychaleppo – Shahba
  12. El Rass / Munma – Sanadet _ Treasury Bonds
  13. Al Rajul Al Hadidi – 1999
  14. Hanin Elias – You Suck
  15. Human Kibbeh – Beirut Phallus R.I.P.
  16. Marc Codsi – Invocation I
  17. Jassem Hindi – Sunken Suns
  18. Infinite Moment Of Composure – Dissolution
  19. Joseph Doumet – Blackbird’s Song
13/04/2020

Episodio VI: Tech Tech Y'All Know Y'All Know

In questa puntata indagheremo la scena techno del mondo arabo – intesa in un senso allargato e comprendente altri generi come house e minimal –, facendola dialogare con produzioni prossime geograficamente e/o culturalmente. Dall’eleganza della marocchina Selwa Abd, aka Bergsonist, alle tinte scure del cairota Asem Tag, pubblicato da Opal Tapes con il suo alias $$$TAG$$$, a fianco del duo Lumisokea, formato dal belga Koenraad Ecker e dall’italiano Andrea Taeggi, di cui viene qui riproposta una loro personale reinterpretazione dei dervisci rotanti, anch’essi usciti sulla label del britannico Stephen Bishop. Si continua con l’immancabile Ahmed el-Ghazoly, tra i producer egiziani elettronici più attivi degli ultimi anni con il monicker ZULI, capace di esplorare in maniera disinvolta molte sfumature di musica elettroniche. La scena techno egiziana è molto attiva ed è qui rappresentata anche dai progetti da Amr Alamy, noto come Cellar Door, Raymond Magdy e Onsy. Ascolteremo quindi un brano dall’interessante Media In The Service of Terror (Hospital Productions, 2016) prodotto da Vatican Shadow, alter ego industriale del musicista sperimentale americano Dominick Fernow (noto anche come Prurient). Infine, abbiamo imparato a conoscere l’Iran come un paese estremamente variegato e anche in questa sede proponiamo alcune interessanti produzioni dei progetti di Tonnovelle, Sciahri e Aria Rostami. Chiudiamo con gli assalti frontali di Bryn Jones (Muslimgauze) e 1127.

Tracklist:

  1. Bergsonist – L’algorithme
  2. $$$TAGS$$$ – Star Gazing
  3. ZULI – She’s Hearing Voices
  4. Lumisokea – Whirling Dervishes
  5. Cellar Door – Knocking on the Attic
  6. Raymon M – Atheism
  7. Onsy – Freq001
  8. Tonnovelle – Four Force
  9. Vatican Shadow – More of the Same (Tunisia)
  10. Sciahri – Sublunar
  11. Aria Rostami – A Square Tablet Strewn With Dust
  12. Bergsonist – Gaza Border Violence
  13. Muslimgauze – Imam Fainted
  14. 1127 – Keep Filling In the Gaps
16/03/2020

Episodio V: بالشارع – In the street

Nella quinta puntata esploriamo suoni urbani, rap, hip hop, trap, elettronica e molto altro. Dagli iniziatori dell’hip hop palestinese DAM e Muqata’a, che lasceranno un’impronta indelebile sul destino delle nuove sonorità urban mediorientali, alle nuove declinazioni trap di Shabjdeed, co-fondatore dell’etichetta BLTNM, e dell’egiziano ZULI, nelle vesti del suo alias Swag Lee e come membro del progetto Quit Together in collaborazione con Bosaina (qui alle prese con il remix di un brano di Captain Murphy aka Flying Lotus), fino al siriano Al Darwish e al libanese El Rass. Spazio anche all’Iran, da dove provengono il trip hop di Mohamad Nikpour e la trap di Mohammad Razi; destrutturazioni hip hop e bass ci arrivano dal turco GraNerd e dal palestinese Asifeh.

Tracklist:

  1. DAM – Al Huriya Unt’a
  2. Al Darwish – Yawm Thani (feat. El Rass)
  3. DAM – Da DAM
  4. Al Darwish – Sabah al-kheir
  5. Shabjdeed & Shabmouri – Marbah
  6. El Rass – Tkhayal
  7. El Manzouma - ايه بعد البؤس ده؟
  8. Mohamad Nikpour – Morning
  9. Asifeh – مختبر مهجور
  10. Muqata’a – ذاكرة الماء
  11. StormTrap, Asifeh, Ethnique Punch, Darla Smoking – Jar Bottom Globe Wise
  12. GraNerd – Minik Cinnet
  13. Nasrawi – لا تجي اليوم (Don't Come Today)
  14. ZULI – 180811 99BPM / 180919 B 78BPM
  15. Quit Together – The Imitation of Mighty Morpin Foreskin (Quit Together Remix)
  16. Mohammad Razi – Hal’lal
  17. Kareem Lotfy - Ssaliva X SKY H1 Feat Migos Bosses Don't Speak (Mashup)
17/02/2020

Episodio IV

Nella quarta puntata troviamo forme di sperimentazione senza compromessi, rielaborazione di traumi, riletture della tradizione, ritagli di trasmissioni radio, collage sonori: l’avanguardia araba e oltre. Dal gruppo libanese sperimentale “A” Trio, formato dal trombettista Mazen Kerbaj, dal chitarrista Sharif Sehnaoui e dal contrabbassista Raed Yassin, passando per i rispettivi progetti solisti del trio, alle evoluzioni della tradizione musicale persiana operate dagli iraniani Ata Ebtekar, noto come Sote, e Hafez Modirzadeh: Ebtekar fonde processi digitali e radif, Modirzadeh, con il trio guidato dal trombettista di origini irachene Amir ElSaffar, disintegra la tradizione del radif e quella del jazz cercando nuovi linguaggi. Si ascolteranno anche alcuni spezzoni radio raccolti dall’etichetta americana Sublime Frequencies, fondata dal nordafricano Hisham Mayet e dal musicista americano di origini libanesi Alan Bishop. Suo fratello è il chitarrista Richard Bishop, che ha dedicato un album sperimentale al chitarrista egiziano Omar Khorshid, attivo negli anni Settanta.

Tracklist:

  1. “A” Trio – Textural Swing
  2. Sharif Sehnaoui – To Boldly Go Where No Man Has Gone Before
  3. Nina El Gebaly – Nadagha
  4. Mazen Kerbaj – BLBLB FLBLB
  5. “A” Trio – Tomorrow I’ll Make Breakfast
  6. Sote – Flux of Sorrow
  7. Raed Yassin – Naima
  8. Amir ElSaffar, Hafez Modirzadeh – Uganda / Trio Interlude
  9. Dominik Bukowski Quartet, Amir ElSaffar - Oberek
  10. Sublime Frequencies – Winged and Winded Receptions / Electricairo / The Color of Frequency
  11. Yousef Kawar – Nerves
  12. Farouk Adil – Surface Crack
  13. Yara Mekawi – Red Mouse
  14. Richard Bishop – Blood-stained sands
  15. Hasan Hujairi – Mellifluous Hiraeth
20/01/2020

Accelerare nel deserto

Nella terza puntata si esplorano le iperstizioni arabe ai confini dell’acusfera, frequenze che si oppongono alle sovrastrutture del capitale e ne accelerano la disgregazione. Dal pioniere della musique concrete Halim el-Dabh, alle nuove sonorità egiziane di Dina el Wedidi, Bosaina e Zuli, passando per Fatima Al Qadiri e Deena Abdelwahed, futuriste del Golfo, il siriano Al-Darwish e il palestinese Shabjdeed

Tracklist:

  1. Halim el-Dabh – Alcibiadis’ Monologue to Socrates
  2. Bosaina – New York, April 26th 2013
  3. Fatima Al Qadiri – D-medley
  4. Rabih Beaini – Light within the Light
  5. Kamilya Jubran & Werner Hasler – Walasna
  6. Islam Chipsy & EEK – Fast Track
  7. Mahmoud Awad – أغنية من القتلى (Song of the dead feat. Khadija Kasab)
  8. Zuli – Akhtuboot (feat. Abyusif)
  9. Dina el Wedidi – The Moon
  10. Tarek Atoui – 03 Untitled (Mort Aux Vaches)
  11. MSYLMA – Min Bab AlKamal-i w AlDawam
  12. Deena Abdelwahed – Al Hobb Al Mouharreb
  13. Fatima Al Qadiri – Corpcore (Kingdom Remix)
  14. Al-Darwish – In The Street
  15. Zuli – X3
  16. Shabjdeed – Mtaktak
09/12/2019

Riflessi condizionati: orientalismo e autoesotismo

Nella seconda puntata Oriente e Occidente si guardano allo specchio. L’Occidente proietta un simulacro esotico dell’Oriente, l’Oriente riceve questo sguardo e lo riflette. Dal grande successo occidentale del siriano Omar Souleyman sorgono rinnovati quesiti sulla diffusione di forme di orientalismo come definito da Said, nella schismogenesi batesoniana di percezione e rappresentazione culturale reciproca tra mondo arabo e Occidente. La dubstep e l’elettronica occidentale si mescolano con tinte arabeggianti, come nei casi di Muslimgauze, Shackleton e Pinch, musicisti arabi ibridano i propri stili tradizionali con l’avanguardia pop e il jazz americano ed europeo, dalla dabke di Souleyman all’elettronica di Dub Snakkr e Ayshay (alias della kuwaitiana Fatima Al Qadiri), dalle sperimentazioni del trombettista di origini irachene Amir ElSaffar a quelle del duo Praed, formato dal libanese Raed Yassin e dallo svizzero Paed Conca.

Tracklist:

  1. Jean Michel Jarre – Ethnicolor (Houston)
  2. Dub Snakkr – Do You Wob Me
  3. Shackleton – Hamas Rule
  4. Pinch – Qawwali
  5. Omar Souleyman – Dazeitlak Dezzelli
  6. TSVI – Hossam
  7. Aida Nadeem – Risala
  8. Muslimgauze – Ayatollah Dollar
  9. Jerusalem In My Heart – Bein Ithnein
  10. Ras G & The Afrikan Space Program – Children of the Hapi
  11. Ayshay – Warn-U
  12. Muslimgauze – United States of Islam
  13. Amir ElSaffar Two Rivers Ensemble – Introduction – From the Ashes
  14. Praed – The Suspect
  15. Gamal Abdel Nasser Speech
13/11/2019

Algeria

Nella prima puntata Wesqk Coast ci porta in Algeria, individuando un fil rouge musicale che attraversa generi e pratiche musicali, dalla gasba al raï, dal rap all’elettronica sperimentale, andando a costituire un corpus che ha la consistenza della storia culturale del paese. Dalle prime registrazioni di Cheikh Hamada nel pieno del colonialismo francese, fino alla sua influenza su Cheb Khaled, Cheikha Rimitti e Cheb Mami, maggiori esponenti del raï, genere musicale nato ad Orano negli anni ’70 come movimento dell’avanguardia giovanile algerina, passando per manifestazioni soniche dell’underground, fino alla rilettura elettronica dei canoni del genere da parte di El Mahdy Jr. L’influenza del villaggio globale si cristallizza nell’adozione di forme e strumenti di stampo occidentale, a discapito della tradizione: la ricerca della modernità tramite la sovrapposizione di sonorità vagamente arabeggianti a strutture marcatamente occidentali è molto meno pericolosa e destabilizzante di un discorso critico sull’ammodernamento dall’interno.

Tracklist:

  1. Cheb Khaled – Ragda
  2. Cheikha Rimitti – Khalouhom
  3. Bellemou & Benfissa – Li Maandouche L’Auto
  4. Sublime Frequencies – Radio Oran
  5. Cheikh Hamada – El-aid el-kabir
  6. Boutaiba S’ghir – El fermlia
  7. Cheb Mami – Ralia Mahboubit Galbi
  8. Intik – Kayen ou kayen
  9. Eryck Abecassis – (No HumXn) Cry for Help
  10. El Mahdy Jr. – Baat’in
  11. Lounja – Zeit
  12. Ond – The Tired Sound of Clouds: In the Brain
  13. El Mahdy Jr. – Revolt Yourself