Chissà dove

Chissà dove non è un programma, è uno spazio casuale a cura di Jacopo Buono e Devid Ciampalini, un punto di non incontro. Ogni puntata avrà un ospite random che diventerà protagonista e cavia allo stesso tempo, che si districherà tra interventi audio e scelte musicali, in relazione con gli ideatori che potrebbero anche non esserci. Una strage
Podcast

1. Ci conosciamo tutti e tre da svariati anni e possiamo dire che facciamo parte di un’ipotetica scena toscana proveniente dal basso, il cosiddetto underground. Inizierei proprio dall’analisi di questo punto.
Cos’è una “scena”? E’ necessaria? Esistono o sono solo finzioni proiettate nella realtà per descrivere il passato? Con la digitalizzazione delle comunicazioni i rapporti di contatto tra varie realtà si sono amplificati, ma nonostante questo difficilmente vediamo collaborazioni extra locali, ritieni che ci debba essere più collaborazione globalizzata, portando ad una formazione ipotetica di una scena nazionale, o che si debba andare più su un antropologizzazione della realtà in cui uno vive, spingendo a formare un gruppo sul territorio in cui uno opera?
2. Restando sul tema artistico, la musica dopo il grande fervore avuto nell’ultimo decennio (2010-2019) sembra essere entrata in una fase di studio e cambiamento, quindi potremo dire anche di crisi. Cosa pensi dell’ultimo decennio passato e come ti immagini la musica nei prossimi anni?
3. Sei una persona molto eterogenea: sei stato molto attivo musicalmente con gli Umanzuki, ma hai anche sondato i terreni dell’arte visiva e della grafica e sei sempre stato vicino alla parte filosofica concettuale. Secondo te che ruoli hanno la tecnica e l’estetica ai giorni nostri?
La figura dell’artista odierno si è frammentata, molti artisti provengono da mondi come la tecnologia, la scienza o la meccanica, influenze che hanno creato una eterogeneità mai vista prima: ritieni che si debba andare incontro alla specializzazione di un linguaggio singolo, in maniera da spingerlo al massimo, o pensi che l’artista odierno debba suddividersi su vari livelli, divenendo un mix variegato ma perdendo ovviamente la specializzazione singola di una tecnica?
4. Apparte qualche caso di artisti divenuti delle star con un’equipe al proprio fianco, in pieno modello capitalista, per il resto il mondo dei creativi (artisti, designer, grafici, musicisti, sviluppatori, ballerini, attori, ecc) odierno risulta molto precario. Potremo dire che la classe media e quella povera occidentali sono ormai sovrapposte: non c’è più molta differenza sociale tra un proprietario di una piccola attività, un freelance che lavora nei coworking e un tassista che vaga per le metropoli, nonostante i background diversi il reddito oggi schiaccia la formazione.
Pensi che quest’appiattimento, anche in seguito a quello che stiamo vivendo con il virus, possa portare, tra qualche anno, ad una visione anticapitalista più estrema e allargata?
5. Parliamo ora di alcuni delle astrazioni più assolute odierne: la politica, l’economia e la nazione? Parlaci della tua visione su questi tre fattori e se ha ancora senso parlare di queste cose.
6. Nell’ultimo anno sono tornate in auge molte visioni e filosofie weird, saggi che spingono ad destrutturare la realtà attraverso l’evocazione di mostri, l’uso di simbologie medievali e il trascendentale come unione con qualcos’altro. Paragonare i nostri anni ad un periodo lunghissimo come il Medioevo è sicuramente molto interessante ma rischia di essere forse un pò troppo approssimativo: pensi che siano riflessioni utili o che sia solo un trend?
7. Essendo amanti del caos e vedendolo come l’unico mezzo per cercare di ribaltare la situazione, come pensi che si possa allargare la crepa? Crepa che il Covid-19 ha evidenziato maggiormente, portandola ancora di più in superficie.
Immagine: Martina Maccianti - Multiversi
Tracklist:
- Young Druid - Myrda
- Rian Treanor - Opponent process
- Pa Salieu - Bloc Boy
- Duma Sin - nature
- Havukruunu - Tahti yo ja hevoise
- Dedekind Cut - Tahoe
- The Haxan Cloak - Miste
- Hype Williams - The Throning

1) Hai un approccio molto organico con il suono: il modo in cui usi e tratti le voci, i nastri e le sovrapposizioni. Sembra quasi che le voci lievitino tra il mondo umano e il mondo naturale, mondi che negli ultimi 100 anni abbiamo considerato divisi, e in qualche modo la tua visione cerca di riunire, divenendo altro. Cosa ti ha portato a questa visione?
2) Terrapolis è liberamente ispirato al libro “Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto” di Donna J. Haraway, una dei personaggi più influenti riguardo a nuovi orizzonti, che unisce biologia con idee di filosofia politica. Inoltre hai dedicato il disco all’attivista nativo americano Leonard Peltier. Ci potresti spiegare i collegamenti che hai adoperato nei due riferimenti citati?
3) Ritieni che in qualche modo la tua musica si possa definire politica? Perché?
4) Ho letto che rifiuti il concetto di post-umano e miri alla ricerca di un com-post: l’unione tra organico, analogico e digitale. E’ un immagine molto legata ad un possibile sviluppo della società odierna. Pensi che la situazione sociale globale avrà un cambiamento direzionato verso la tua visione? Cosa pensi del progresso?
5) Come vedi questo periodo che stiamo vivendo legato al virus?
6) Ho letto che fai parte di un network femminista chiamato Rica Rickson. Ci puoi spiegare di cosa si tratta o cosa fate?
Tracklist:
- giulia deval – Terrapolis
- giulia deval – Cameras on Pigeons
- Alessandro Bosetti - Gloriously Repeating
- E. Montanari, L. Ceccarelli, D. Roccato – Luz (audio extract)
- Chiara Guidi - Edipo Re di Sofocle, Esercizio di memoria per 4 voci femminili con Chiara Guidi, Angela Burico, Anna Laura Penna, Chiara Savoia (audio extract)
- Jaap Blonk, 2 sound poems (audio extract)
- giulia deval – An eagle’s cry
- Ghédalia Tazartès - Un Amour Si Grand Qu'il Nie Son Objet
- giulia deval – Guys doing Parkour
- Lapsus Lumine feat. Jim Black and Ernst Reijseger - In-sight
- Lapsus Lumine feat. Jim Black and Ernst Reijseger - Prelude to a Fish / Consider The Lobster
- giulia deval - Monarch butterflies
- giulia deval & andrea marazzi - Cyborg Sybil
- Nino Gvilia (giulia deval), Dario Gullo, Zevi Bordovach, Pietro Caramelli, Andrea Marazzi - Green Larynx Uterus, a concert for the Earth by Nino Gvilia (audio extract)
- Sidsel Endresen & Stian Westerhus - The Rustle of a Long Black Skirt
- giulia deval, elena quaglia, aude lorrillard, marta cellamare, Avant la Catastrophe. Parcours ethnographiques 3302 (FR version)
- Ivan Bringas - Puente nublado con depredadores complacientes entre la niebla
- Meredith Monk – Scared Song
- giulia deval - Pimoa’s gait
- giulia deval – Sowin’