Il papero e il coniglio

 

Il papero e il coniglio

Di filosofia, di pensiero, di teoria e teorie si fa un gran parlare e diffuso: fioccano le opinioni, le esegesi di questo e quel discorso, la parafrasi della parafrasi di certi passaggi (spesso sempre i soliti) di questo e quel classico che sembra obbligatorio che tutti conoscano e mastichino da sempre. Ci troviamo a vivere o vivacchiare inermi, certi dell’inesorabilità delle cose, e ci si dimentica di continuo di quanto invece le cose siano, per così dire, esorabili.

L’opinione che diventa legge, il sistema che apparentemente non si può rovesciare diventano l’oggetto che ci incuriosisce in questa nuova trasmissione. A cominciare da una sorta di trimurti ibrida, sacerrima, del pensiero europeo – Walter Benjamin, Ludwig Wittgenstein, Michel Foucault – tenteremo di seguire il filo fluorescente che, sottilissimo ma sempre visibile, ci potrà portare fino alle pagine, a noi più prossime, firmate Monique Wittig, Byung-Chul Han, Mark Fisher, passando tangenti a storici e filosofi della scienza come Carlo Ginzburg e Thomas Kuhn. Sarà un passaggio trasversale che ci impegniamo a percorrere senza velleità e pedanterie, spinti solo dalla curiosità di leggere e discutere parole di prima mano.

In maniera laica e, garantiamo, divertita ci incontreremo di volta in volta intorno a un’opera importante, provando a osservare il mondo secondo un punto di vista che non sia sempre, sempre, sempre lo stesso e che, con gioia o con disappunto, generi una qualche meraviglia (che si dice essere il fondamento stesso della filosofia).

È un papero o un coniglio? O è entrambe le cose?

w/ Carlo Parisi

 

Podcast

05/11/2019

Ludwig Wittgenstein / Ricerche filosofiche

«Supponiamo che ciascuno abbia una scatola in cui c’è qualcosa che noi chiamiamo “coleottero”. Nessuno può guardare nella scatola dell’altro, e ognuno dice di sapere che cos’è un coleottero soltanto guardando il suo coleottero, ma potrebbe ben darsi che ciascuno abbia nella sua scatola una cosa diversa. Si potrebbe addirittura immaginare che questa cosa mutasse continuamente. Ma supponiamo che la parola “coleottero” avesse tuttavia un uso per queste persone: allora non sarebbe quello della designazione di una cosa. La cosa contenuta nella scatola non fa parte in nessun caso del gioco linguistico, nemmeno come un qualcosa. Infatti la scatola potrebbe anche essere vuota».

Musiche di Quasimodo, Francis Poulenc, The Death of Anna Karina

22/10/2019

Walter Benjamin / L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

Cominciamo senza troppi preamboli addentando un’opera classica del Novecento che, assestate le dovute traduzioni e riattualizzazioni, risuona oggi perfettamente concorde alle modalità con cui il potere si fa propri i linguaggi ambigui dei regimi digitali: L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin è apparsa per la prima volta nella Germania del 1936, chiedendosi, tra l’altro, quali siano i meccanismi, più e meno resistibili, che muovono di concerto, come un solo organismo, l’arte e la sua fruizione, la propaganda, il consenso, i mass media.